sabato 6 settembre 2014

Musica Aurea - Parte 2

Fin dall'inizio, ovviamente, la proporzione aurea è emersa anche in ambito compositivo, non solo nella creazione di strumenti musicali.

Claude Debussy, ad esempio, ne era particolarmente attratto, a tal punto da citarla nel titolo di un brano nella raccolta Estampes (1903), "Divine nombre", e utilizzata più concretamente nella composizione dei brani "La Mer" e "Cathédrale Engloutie".
Cathédrale Engloutie è un preludio per pianoforte di 89 battute, di cui le prime 68 hanno un tempo doppio delle restanti 21: in altre parole, alla battuta 68 il brano rallenta e la durata delle note si dimezza. L'effetto prodotto all'ascolto, quindi, riduce le battute di questa prima sezione a 34, e il brano ha una lunghezza percepita da chi lo ascolta di 55 battute, sezione aurea di 89!
Starai probabilmente pensando: "ma cosa me ne frega? Mica ascolto un preludio di Debussy contando le battute!!"
Beh... nemmeno io, ovvio.
Forse è un buon momento per cominciare?

Ma non parliamo solo di musica classica... 
Anche la musica Rock, specialmente nel Progressive Rock, si è confrontata con gli aspetti "mistici" della sezione aurea, e più precisamente con la serie di Fibonacci. L'esempio più emblematico è la musica dei Genesis (band che personalmente adoro), che hanno usato frequentemente la serie fibonacciana nella costruzione armonico-temporale delle loro canzoni: il brano "Firth of Fifth" è tutto basato su numeri aurei!!
Se non lo conosci già (ma anche se lo hai già ascoltato!) ti propongo questa canzone meravigliosa... e mi raccomando, conta le battute e individua le divine proporzioni!!! :)


mercoledì 16 luglio 2014

Musica Aurea - Parte 1

Abbiamo parlato di divina proporzione e abbiamo trovato un rapporto corrispondente ad un numero ben preciso...
Vediamo ora da dove sia uscito, questo benedetto 1,618!


Per capire bene, basta osservare il disegno qui sotto, che rappresenta il metodo analitico per la determinazione del rapporto aureo:

Dato un segmento (AC), si ottiene una sezione aurea quando il tratto più corto (BC) sta al tratto più lungo (AB) come il tratto più lungo (AB) sta al segmento intero (AC).

In sintesi, scriveremo così la proporzione:

                      BC : AB = AB : AC

Ma non voglio soffermarmi su questioni matematiche, direi che ti basta aver visto questo schemino ed aver capito da dove sia uscito il numero d'oro.
Passiamo al vero argomento di oggi, che riguarda il rapporto fra la proporzione divina e la musica!

Se hai studiato un minimo di musica ti sarai reso conto di quanti legami abbia con la matematica, e molti ritengono che in essa sia centrale il ruolo della sezione aurea. A sostegno di questa tesi vengono spesso evidenziate alcune particolarità strutturali di strumenti come il violino e il pianoforte.

Nel caso del violino, alcuni ritengono che la piacevolezza del suono dipenda dall'abilità dei liutai di costruire la sua cassa armonica secondo particolari geometrie: per esempio, l'arco che ne costituisce la base avrebbe, in molti casi, il suo centro di curvatura proprio in posizione aurea rispetto alla lunghezza complessiva dello strumento!

Nel pianoforte, invece, particolare attenzione viene data alla struttura tastiera: i 13 tasti delle ottave, distinti in 8 bianchi e 5 neri, a loro volta suddivisi in gruppi di 3 e 2 tasti ciascuno. Ora, riscrivo questi numeri in sequenza contraria: 2, 3, 5, 8, 13... cosa noti? 
Sono i primi numeri della sequenza di Fibonacci!
Ma anche in questo caso, ancor più che nel precedente, si tratta di una particolare coincidenza che non può neppure essere attribuita ad una specifica volontà del costruttore, trattandosi di una soluzione motivata unicamente dall'evoluzione strutturale dello strumento!

...Sempre più interessante, no?

lunedì 30 giugno 2014

La Divina Proporzione

Hai mai sentito parlare di sezione aurea?
O rapporto aureo, numero aureo, o... proporzione divina? (lo scrivo in grassetto perché questo termine mi piace da morire!)
È un argomento estremamente vasto e affascinante, che devi assolutamente conoscere!
Abbraccia moltissimi settori, quindi, ovviamente... anche la musica!

Ma iniziamo col capire che cosa sia, questa "proporzione divina" (ahhh quanto mi piace dirlo!)...

Esiste, sin dai tempi più antichi, una proporzione che è stata presa in considerazione per ottenere una dimensione armonica delle cose.
Dalla geometria all'architettura, dalla pittura alla musica, potrai notare come questa rappresentazione corrisponda ad un rapporto che è stato definito pari a 1,618 e viene chiamato anche "numero d'oro".

Per fare qualche esempio: la piramide egizia di Cheope ha una base di 230 metri e un'altezza di 145; se calcoli il rapporto base/altezza ricaverai un numero molto vicino ad 1,6.
O ancora: Beethoven, nelle "33 variazioni sopra un valzer di Diabelli", suddivise la sua composizione in parti corrispondenti ai numeri di Fibonacci, il cui rapporto corrisponde... indovina un po'? Proprio al numero d'oro.
Ma non finisce qui... possiamo trovare questo magico rapporto veramente in tantissime cose, compreso il corpo umano!
Sei una persona proporzionata?
Se sì, prova a fare questi calcoli: moltiplica per 1,618 la distanza che va dai tuoi piedi all'ombelico... dovresti ottenere la tua statura. Non ce l'hai fatta? Allora va' da un fisioterapista o da un chirurgo e fatti "proporzionare"! :)
Anche la distanza dal gomito alla mano (con le dita tese), moltiplicata per 1,618, dovrebbe darti la lunghezza intera del braccio. E così avviene in molte altre parti del corpo!

Curioso, vero?

sabato 14 giugno 2014

Smettila di soffrire

Allora? Come ti senti?
Hai sbloccato la situazione? O il mondo ti sembra ancora grigio?
Hai cercato la soluzione fuori, per la strada, fra i tuoi amici... oppure hai guardato dentro di te?
Se sei ancora focalizzato/a sull'esterno, mi spiace, ma hai sbagliato strada.
Ricordi la domanda che ti ho rivolto nel post precedente?

Io sto male perché il mondo fa schifo, oppure il mondo fa schifo perché io sto male?

Come vedi, il solo cambiare leggermente la disposizione delle parole, ne rende il significato ben diverso.

Molto spesso si fa confusione fra causa ed effetto: non parlo di una "leggera" confusione, ma si scambia proprio una cosa per l'altra!!
Nel caso generale già citato, la causa risulta essere il mondo che fa schifo, mentre l'effetto è il nostro provare sofferenze anche molto intense.
Ma è esattamente il contrario: questa è la verità! 
Finché continuerai ad accusare un qualcosa al di fuori di te, un "esterno" (che non esiste), non troverai vie d'uscita: entrerai in un loop di sofferenza costante e in alcuni casi potrai addirittura perdere di vista la motivazione principale che ha scaturito tutto questo.

Nel momento in cui riuscirai a disidentificarti da questo stato d'animo, con un lavoro di autosservazione (distaccandoti dalla tua mente e da tutte le preoccupazioni che la bombardano), e riuscirai a comprendere con tutto il tuo corpo che il mondo non fa schifo, ma semplicemente sei stato tu ad inserire questo "filtro negativo" alla realtà che ti circonda, allora ti si aprirà finalmente una porta.

Una porta che già c'era, ma non riuscivi a vedere.
Questo però non deve avvenire da un punto di vista analitico/mentale, ma più in profondità (per questo ho usato il termine "comprendere con tutto il corpo"): allora ti renderai conto improvvisamente che tutti i problemi sono illusori, creati da una parte di te, che è la tua parte mentale.
In quel momento la mente collasserà: collasserà quindi quella parte di te che ha creato il problema fino a quel momento.
Non hai trovato la soluzione al problema, ma semplicemente hai dissolto l'ente che lo teneva in vita 

Ricapitolando: smetti di identificarti con la tua mente (che è quella che crea i problemi), quindi la vedi da fuori, e osservandola da fuori non c'è più il problema.

Come al solito... più facile a dirsi che a farsi!

Il difficile è proprio comprenderlo in profondità, e non solo con la mente, infatti ti capiterà spessissimo, soprattutto all'inizio, di sapere "come stanno le cose" perché magari ti ricordi il testo di questo blog, ma di non comprenderlo davvero, quindi la sofferenza non cesserà.
Ricordati che il tutto deve avvenire mediante un'intuizione, quindi non pensare troppo!

Buon Lavoro 

domenica 1 giugno 2014

Mondo Grigio

Ci sono periodi nella vita in cui pare essere tutto grigio: il mondo ti fa schifo, le persone sono cattive, il lavoro non va come vorresti, o peggio ancora, lo hai perso; ti accorgi di non avere dei veri amici, oppure rimani deluso da certi comportamenti... e ti senti solo
Insomma, intorno a te sembra proprio andare tutto male e non c'è, o meglio, non vedi alcuna via d'uscita.
Forse in cuor tuo sai che c'è, ma non sai nemmeno dove, né come cercarla!!
Ti senti male. Malissimo.
Non riesci a sollevarti in nessun modo: non hai voglia di fare nulla di tutto ciò che di solito ti fa sentire bene.
Sei impotente. Questa sensazione ti logora dall'interno: vorresti morire ma non hai la forza di ucciderti. Proprio perché il tuo inconscio sa che la soluzione sia ben più semplice.

(Forse ho esagerato? Non credo.
Se davvero non ti sei mai ritrovato in un tale stato d'animo, beh, sono molto felice per te. Ma posso assicurarti che ti capiterà, prima o poi.

E magari ti ritroverai disperatamente a ri-cercare il blog di quello svitato di Daniele Rebaudo!!)

Quindi, stai così male per l'insieme di cose/situazioni esterne che non funzionano come dovrebbero, giusto? Diciamo che il mondo fa schifo.

Ora ti propongo una domanda che devi rivolgere solo a te stesso, che potrebbe essere la svolta per il tuo problema:


"Io sto male perché il mondo fa schifo, 
 oppure il mondo fa schifo perché io sto male?"


Da quando io ho iniziato a pormi questa domanda, nel corso di varie situazioni più o meno sgradevoli, la mia vita ha iniziato a prendere una piega diversa...

Per ora rifletti un po' (ma non troppo, se ti prende fuoco il cervello non potrai leggere il prossimo post e scoprire la verità!!), ne riparliamo fra qualche giorno!


Ps: cerca di guardare oltre la punta del tuo naso: forse la domanda che ho scritto qui sopra ti sembra assurda, ma ti assicuro che cambiando la prospettiva verso la realtà che ti circonda si aprirà un mondo del tutto nuovo.

martedì 20 maggio 2014

Mangiare con Consapevolezza

Sicuramente ti sarà capitato un sacco di volte di ricevere questa domanda:
"Cos'hai mangiato oggi/ieri a pranzo?"
E qualche volta ti sarà anche capitato di non saper rispondere... dico bene???
Beh, pensi sia dovuto solo a un problema di memoria?
Vorrei darti io la risposta...... NO.
La verità è che la maggior parte delle persone, mentre mangia, è addormentata: la mente è altrove, magari si sta guardando la televisione e all'ultima puntata di Uomini e Donne la tensione è così forte da mordersi la lingua per sbaglio!!!
Di certo non pensa a ciò che i suoi denti stanno tritando. 
Ed è proprio questo il problema, altro che memoria.

Sapevi che in alcuni paesi orientali è richiesto (o addirittura obbligatorio) il silenzio, durante i pasti?
Ovviamente si evita di parlare per non creare distrazioni sul momento presente, che in quel caso sarebbe il pranzo o la cena, e quindi mangiare consapevolmente (coscienza alimentare).
E sapevi anche che prestando più attenzione a quello che ingerisci, ne ricavi più nutrimento ed energia? Scommetto di no.

Ma cosa significa esattamente mangiare con consapevolezza?
Ti invito a leggere la risposta in questo bellissimo paragrafo tratto dal libro "Vita di Siddharta il Buddha" di Thich Nhat Hanh:

"Bambini, dopo avere sbucciato un mandarino, potete mangiarlo con consapevolezza o distrattamente. Cosa significa mangiare un mandarino con consapevolezza? Mangiando un mandarino, sapete che lo state mangiando. Ne gustate pienamente la fragranza e la dolcezza. Sbucciando il mandarino, sapete che lo state sbucciando; staccandone uno spicchio e portandolo alla bocca, sapete che lo state staccando e portando alla bocca; gustando la fragranza e la dolcezza del mandarino, sapete che ne state gustando la fragranza e la dolcezza. Il mandarino che Nandabala mi ha offerto aveva nove spicchi. Li ho messi in bocca uno per uno in consapevolezza e ho sentito quanto sono splendidi e preziosi. Non ho dimenticato il mandarino, e così il mandarino è diventato qualcosa di molto reale. Se il mandarino è reale, anche chi lo mangia è reale. Ecco cosa significa mangiare un mandarino con consapevolezza."

Prova a mirare la tua attenzione su ciò che stai facendo in quel momento, non solo mentre mangi, ma in ogni azione!
Pian piano ti accorgerai che la qualità delle tue azioni migliorerà... e il tuo peso diminuirà! ...Perché è risaputo, noi occidentali mangiamo molto più di quanto effettivamente avremmo bisogno, con conseguenze negative in termini di salute e sprechi: mangiare lentamente e in modo attento ti aiuta ad evitare abbuffate infinite ed a recuperare una forma fisica migliore. 

martedì 6 maggio 2014

Studio e Consapevolezza

Mi capita spesso, durante le lezioni coi miei allievi, di notare chiaramente che non sappiano ciò che stanno facendo.
In seguito a numerose ripetizioni di passaggi sbagliati (riguardo al pianoforte), ritmi storpiati (riguardo alla batteria), e svariati errori generali, li fermo e dico:
"Alt, rifletti un momento: che cosa stai facendo esattamente? Sei consapevole dei movimenti che devi compiere per eseguire al meglio questo passo?"
Ok, probabilmente non uso un linguaggio così formale e in mezzo ci ficco anche qualche parolaccia (e perché no, qualche insulto, che non fa mai male per scuotere l'attenzione!), ma il senso rimane lo stesso :)

Ebbene, nella maggior parte dei casi non mi sanno rispondere: o meglio, credono di sapere, ma quando poi tentano di farmi capire ciò che gli frulla per la zucca, spesso non riescono nemmeno ad esprimere una frase di senso compiuto!!

A quel punto li faccio ragionare passo dopo passo: continuare a provare un passaggio senza aver esattamente chiaro in mente quel che si sta facendo, difficilmente porterà ad un risultato positivo. O forse accadrà, ma sprecando molto più tempo del necessario!
Occorre quindi fermarsi e ragionare su ogni singolo movimento che dobbiamo compiere, senza aver fretta di andare avanti
Già, perché è proprio la fretta di imparare qualcosa che spesso ci fa perdere tempo e sottovalutare aspetti fondamentali per l'apprendimento: la consapevolezza è uno di questi.
Quindi, questa "fretta" ci rallenta!

Quando ti ritrovi a studiare per un po' un passaggio musicale, che sia col pianoforte, con la batteria, ma anche con la chitarra, la tromba, e qualsiasi altro strumento, fermati un attimo e rifletti: focalizza la tua attenzione su ogni singolo movimento del tuo corpo, sii presente; questo ti obbligherà a svuotare la mente da pensieri "intrusi" e sicuramente i risultati arriveranno prima!